Una sessione orfana del facilitatore, questo è quello che ci ha regalato l’incontro di domenica 21 gennaio presso il convento SS.Annunciata in una ( se ancora fosse possibile) splendida cornice di sole e colline.
Il gruppo ha deciso di affrontare la sessione senza un vero e definito facilitatore rimandando così ai partecipanti un doppio ruolo.
Il testo/pretesto non è sembrato fra i più “facili” da affrontare, viste le innumerevoli strade di approfondimento che offriva al dialogo ( altro dell’autrice)
Testo/Pretesto:
Con le parole e con l’agire ci inseriamo nel mondo umano e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale…. Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.
(Hannah Arendt, Vita Activa: la condizione umana)
Agenda:
Cosa intendiamo per “apparenza fisica originale”?
L’azione è possibilità di “inatteso”?
Ci può essere nascita dove non c’è nulla di inatteso? Quindi si può nascere molte volte o mai?
Quanta probabilità e quanta possibilità ci sono nell’azione dell’uomo?
Ci si inserisce o si è nel mondo umano?
Quali sono le azioni inattese e improbabili?
Quali differenze tra parlare e agire?
Essere unico è solitudine?
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Il dialogo si è orientato, fin dall’inizio , sull’idea di unicità/molteplicità propria dell’uomo , delle complicanze, delle sofferenze, delle bellezze che dalla sua unicità ne derivano.
Al termine della sessione il gruppo si è soffermato specificatamente sulla facilitazione e di quanto l’assenza “fisica” di un facilitatore avesse influenzato il dialogo e la ricerca di ” profondità” delle argomentazioni affrontate.
In sintesi il gruppo ha evidenziato che in alcuni passaggi del dialogo l’assenza del facilitatore si è “sentita” in particolare nella fase di approfondimento di alcune argomentazioni o nel feedback del pensiero condiviso. Rimane comunque sempre più aperto il dialogo sul “ruolo” del facilitatore che in questo spazio, potrebbe coinvolgere il parere da parte degli iscritti e degli amici della CdRF.
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